Ayuda
Ir al contenido

Dialnet


Il" Carletto": appunti sugli sviluppi della narrazione in ottava rima dopo il Boccaccio del "Filostrato" e del "Teseida"

  • Autores: Franca Strologo
  • Localización: Studi sul Boccaccio, ISSN 0585-4997, Nº. 46, 2018, págs. 351-378
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • English

      A mention of Carlo Mainetto, a text scarcely known even by specialists, can be found in Vittore Branca’s Il cantare trecentesco e il Boccaccio del «Filostrato» e del «Teseida», published in 1936. This note offers a convenient way to trace the important testimony of the circula-tion of a Carolingian cantare before the turn of the fifteenth century. The time span is rela-tively close to that of Giovanni Boccaccio’s Filostrato (1335-1339?), Teseida (1339-1341?) and Ninfale fiesolano (1344-1346?), as well as, on a popular level, Antonio Pucci’s cantari (Pucci died in 1388). Many critical studies on cantari in ottava rima, which may have preceded and certainly followed the poems by the young Boccaccio, have been published in recent years. However, Carlo Mainetto – published in 1891 by Luigi Gentile, a pupil of Adolfo Bartoli, in an edition of only one hundred copies on the occasion of Bartoli’s daughter wedding – is still worth a look. Carlo Mainetto (or Carletto) is preserved in MS Magliabechiano, VII, 951, Florence, Biblioteca Nazionale Centrale; it is a f ragment copied, it seems, in the last sev-enteen years of the fourteenth century. This essay will analyse some formal aspects and the narrative contents of this text, in order to contextualize its composition in the wider picture of the circulation of Carolingian stories in Italy, and also to reflect on the fortune of the 'ottava rima'

    • italiano

      Nel volume di Vittore Branca Il cantare trecentesco e il Boccaccio del «Filostrato» e del "Teseida", uscito nel 1936, si trova la rara menzione di un testo poco conosciuto, il Carlo Mainetto. Attraverso quest’annotazione si può agevolmente risalire all’importante testi-monianza della circolazione di un cantare di materia carolingia entro le soglie del Quat-trocento, in un’epoca non distante dal Filostrato (1335-1339?), dal Teseida (1339-1341?) e dal Ninfale fiesolano (1344-1346?) di Giovanni Boccaccio, come anche, a livello popolare, dai cantari di Antonio Pucci (morto nel 1388). Nell’ambito degli studi critici sulla letteratura canterina in ottave, che forse ha preceduto e che sicuramente ha seguito i poemi giovanili di Boccaccio, molto è stato fatto negli ultimi anni. Resta comunque da gettare uno sguar-do sul Carlo Mainetto, pubblicato da Luigi Gentile, allievo di Adolfo Bartoli, nel 1891, in un’edizione di soli cento esemplari, per le nozze della figlia del maestro. Il cantare di Carlo Mainetto o Carletto si è conservato nel ms. Magliabechiano, VII, 951, della Biblioteca Na-zionale Centrale di Firenze; si tratta di un f rammento copiato, come sembra, negli ultimi diciassette anni del Trecento. Nel presente saggio si analizzeranno alcuni aspetti formali e i contenuti narrativi di questo testo, per tentare di collocarne la composizione nel quadro della circolazione delle storie carolinge nell’Italia del tempo, e anche per tornare a riflet-tere sulla storia della fortuna del metro dell’ottava rima.


Fundación Dialnet

Dialnet Plus

  • Más información sobre Dialnet Plus

Opciones de compartir

Opciones de entorno