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Resumen de La ricognizione nella dinamica e nella statica processuale

Gianfederico Cecanese

  • English

    The purpose of the reconnaissance is to activate certain mechanisms of memory requiring a quiet psychological situation for the declarer, outside the dialectical clash of the parties: The method of cross examination is not, indeed, suitable to probe the Psychological processes of the Scout since every reconnaissance act is based on an "intiutive prelogical" procedure that does not allow the explication of rational arguments in support of the outcome of the reconnaissance, the norm contained in art. 214, Co. 1, C.P.P., the requirement of certainty in the declaration of recognition.

    Among other things, cognitive and experimental psychology has demonstrated the unreliability of the judgement of recognition influenced by the suggestions exerted by the situation or by the impressions of likelihood (or dissimilation). Thus, in the most decisive and delicate moment the Scout works on halogen matter in the short circuit of the sensations. Therefore, also because of these aspects the Institute is not part of the catalogue of those elaborated in the dialectic between the parties of the process remaining monopolized by the judge who manages the preparatory activity, it prepares the staging, it leads the Unwinding and asks the Scout if he recognizes the person, the object or the sound: in the question that the judge turns to the scout, prosecution and defense are not insinuating themselves​

  • italiano

    La ricognizione ha lo scopo di attivare alcuni meccanismi della memoria che richiedono una situazione psicologica tranquilla per il dichiarante, al di fuori dello scontro dialettico delle parti: il metodo della cross examination non è, invero, idoneo a sondare i processi psicologici del ricognitore poiché ogni atto ricognitivo si fonda su un procedimento “intiutivo prelogico” che non consente l’esplicazione di argomenti razionali a sostegno dell’esito del medesimo prevedendo, la norma contenuta nell’art. 214, co. 1, c.p.p., il requisito della certezza nella dichiarazione di riconoscimento.

    Tra l’altro, la psicologia cognitiva e sperimentale ha dimostrato l’inaffidabilità del giudizio di riconoscimento influenzato dalle suggestioni esercitate dalla situazione o dalle impressioni di verosimiglianza (o dissomiglianza).

    Così, nel momento più decisivo e più delicato il ricognitore lavora su materia alogica nel corto circuito delle sensazioni.

    Pertanto, anche a causa di tali aspetti l’istituto non rientra nel catalogo di quelli elaborati nella dialettica tra le parti del processo rimanendo monopolizzato dal giudice che ne gestisce l’attività propedeutica, ne allestisce la messa in scena, ne conduce lo svolgimento e chiede al ricognitore se riconosce la persona, l’oggetto o il suono: nell’interrogazione che il giudice rivolge al ricognitore accusa e difesa non si insinuano.


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