Attualmente oltre 570.000 persone nate all’estero sono titolari di un’attività in Italia, pari al 9,4 per cento dell’universo dei titolari. Quasi un quarto delle imprese guidate da stranieri nel nostro Paese sono a conduzione femminile.
L’imprenditoria degli immigrati anzitutto rimpiazza gli operatori nazionali che si ritirano, come avviene per esempio nei mercati rionali.
Alimenta inoltre la formazione di mercati «etnici», ossia interni alle minoranze immigrate, e favorisce la creazione di rapporti economici tra il nostro Paese e quelli di provenienza. A livello sociale, il lavoro indipendente rappresenta per gli immigrati il principale sbocco delle aspirazioni di miglioramento delle proprie condizioni.
Non vanno tuttavia sottovalutati i potenziali problemi e conflitti legati alla penetrazione di imprenditori stranieri in occupazioni e settori in cui gli autoctoni sono ancora attivi.
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