Le scelte legislative in tema di bilanciamento tra sicurezza e riservatezza rappresentano da sempre la cartina di tornasole per valutare le capacità di uno Stato di diritto di garantire il perseguimento e il mantenimento di una società democratica. La tematica è sviluppata attraverso il rilievo delle sempre più diversificate modalità di captazione e ascolto, sia telefoniche che ambientali, delle conversazioni tra privati, che costituiscono ormai prassi costante e sconsiderata a fronte della necessità di garantire, al contempo, il sacrosanto diritto alla riservatezza. Quest’ultimo, infatti, rappresenta principio tutelato sia dalle fonti europee che nazionali, di talché sembra indispensabile ripensare il sistema delle garanzie, adeguandolo alle possibilità invasive che lo sviluppo tecnologico consente senza necessariamente privarsi di esse.
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