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Per il lessico della danza nel Quattrocento

    1. [1] University of Turin

      University of Turin

      Torino, Italia

  • Localización: Studi di Lessicografia Italiana, ISSN 0392-5218, Vol. 36, 2019, págs. 127-168
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • español

      The article presentsthe firststage of a lexicographicalstudy of the language of court dance, as used in the oldest treatises written on choreutes: De arte saltandi by Domenico da Piacenza, written between 1441 and 1455; Libro dell’arte del danzare byAntonio Cornazano, written in 1455, passed on through only one manuscript dated 1465; De pratica seu arte tripudii by Guglielmo Ebreo from Pesaro, the mostsuccessful book on dancing up to the end of the sixteenth century, passed on through various manuscripts, of which only the oldest and more authoritative, dated 1463, has been taken into consideration. A glossary consisting of 92 entries about specific technical or general dance terms used in the three treatises is provided. The entries are mostly early examples of terms invested with new meanings or more specific ones, from the semantic field of philosophy (accidentale e naturale), of music (concordare, piva, saltarello) or of language in common use (adornare, ballo, cambiamento, movimento). Apart from new meanings, one of the most frequent phenomena in the composition of the technical lexicon of dance is the creation of phrases (andare al tondo, concordanza di terreno, danzare per fantasma, etc.). Even if the lexicon of the three treatises is fairly stable from its first written use, examples of synonimity and multiple meanings are frequent, both synchronically (within the same book) and diachronically. The glossary allows recognition of the formation of the choreological lexicon and its refinement during the period of twenty years when the treatises on dance were created and developed, following the use of the lexicon made by the three maestri who wrote these works, all of whom formed part of the same court environment in northern Italy.

    • italiano

      Il contributo consiste in una prima fase dello studio lessicografico della lingua speciale della danza di corte, impiegata dai più antichi trattati dedicati all’arte coreutica: il De arte saltandi di Domenico da Piacenza, composto tra il 1441 e il 1455; il Libro dell’arte del danzare di Antonio Cornazano, composto nel 1455, tramandato da un solo manoscritto del 1465; il De pratica seu arte tripudii di Guglielmo Ebreo da Pesaro, il più fortunato trattato di danza fino alla fine del XVI secolo, trasmesso da diversi manoscritti, di cui è stato preso in considerazione soltanto il più antico e autorevole, datato 1463. Si presenta un glossario composto da 92 voci dedicate ai tecnicismi specifici o collaterali della danza impiegati nei tre trattati. I lemmi consistono per lo più in prime attestazioni di termini risemantizzati con nuove o più specifiche accezioni, provenienti dal campo semantico della filosofia (accidentale e naturale), della musica (concordare, piva, saltarello, etc.) o dalla lingua d’uso comune (adornare, ballo, cambiamento, movimento etc.). Oltre a quello della neosemia, uno dei fenomeni più frequenti nella formazione del lessico tecnico della danza è quello della creazione di locuzioni (andare al tondo, concordanza di terreno, danzare per fantasma, etc.). Sebbene il lessico dei tre trattati di danza si dimostri piuttosto stabile fin dal suo primo impiego nello scritto, sono frequenti casi di sinonimia e di polisemia, tanto in sincronia (cioè all’interno dello stesso trattato), quanto in diacronia. Il glossario permette di riconoscere l’articolazione del lessico coreologico e il suo raffinamento nell’arco del ventennio in cui è nata e si è diffusa la trattatistica di danza, seguendo l’impiego di tale lessico da parte dei tre maestri autori dei trattati, tutti legati dal medesimo ambiente cortigiano dell’Italia settentrionale).


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