Il presente articolo riprende l’idea esposta da Jacques Derrida nel testo Ogni volta unica, la fine del mondo relativa alla particolare relazione tra la morte e l’immagine. La summenzionata connessione è ripensata sottomettendola a una triplice interpretazione, la quale – elaborata sulla base della rilettura derridiana della teoria mariniana dell’immagine, della psicoanalisi freudiana e dell’analitica esistenziale heideggeriana – tenta di: a) riflettere sullo statuto ontologico dell’immagine; b) svelare l’esistenza di una mediazione immaginaria consustanziale alla pulsione di morte; c) mostrare il fondamento tropologico-immaginario relativo a ogni pensiero concernente la morte.
© 2001-2024 Fundación Dialnet · Todos los derechos reservados