Fantasia, impotenza, noia, matrimonio borghese e critica al maschio italiano (prodotto congiunto del fascismo e di una Chiesa sessuofoba fino alla paranoia): il cinema felliniano passato al setaccio per capire l’Italia e gli italiani, che il regista della Dolce vita, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, ha saputo comprendere (e raccontare) forse più di chiunque altro.
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