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Resumen de Diritti Umani e Fondamentali

Salvatore Loria

  • español

    todo claro que se entiende por humano: humano referido al ser humano o bien, en la acepción rousseauniana, humano en cuanto vinculado a un territorio y, por ello, ciudadano. En contraposición a las dos tesis me parece supefluo subryayar que incluso aunque muy frecuentemente las dos “condiciones” de ser humano y ciudadano coinciden, surge una tercera, codificada en relación al surgimiento del fenómeno de la Unión Europea que, junto a la definición de ciudadano y no ciudadano, es decir extranjero, crea el denominado tertium genus consistente en el ciudadano comunitario. A mi juicio, en contraposición a las tres tesis me gustaría definir la titularidad de los derechos humanos no en relación con la vinculación o no a un determinado territorio, sino simplemente en relación al genus, es decir, la pertenencia al género que legitima la inmanencia de los derechos a la propia naturaleza humana. No debemos olvidar que para la tutela de los derechos fundamentales resulta absolutamente imprescindible una educación para la ciudadanía que se separe de la identidad nacional que se viene impartiendo desde una óptica muy restringida como educación cívica nacional. Es necesario, por tanto, compartir una nueva visión cultural de identificación de la persona, no en su dimensión individual sino universal, desde el punto de vista de considerar la dignidad humana como el valor fundamental para lograr un orden mundial más justo. De ahí la necesidad de una nueva aproximación cultural dirigida a extender espacialmente el sentido de vinculación desde las restricciones de un territorio a los confines planetarios, que sea capaz de redefinir tanto teoría como estrategia en el campo de la interculturalidad y de la educación ciudadana y que abra nuevos horizontes y permita tender hacia la consecución de una paz social duradera y sin riesgos de involución.

  • italiano

    Il termine “diritti umani” risulta generico ed ambiguo non essendo ancora oggi del tutto chiaro cosa si intenda per uomo: uomo in quanto uomo oppure, nella accezione rousseauiana, di uomo in quanto appartenente ad un territorio e, perciò, cittadino. In contrapposizione alle due tesi mi sembra superfluo evidenziare che anche se molto spesso le due “condizioni” di uomo e cittadino coincidono, ne emerge una terza, codificata in relazione all’emergere del fenomeno comunitario che, accanto alla definizione di cittadino e non cittadino, ovvero straniero, individua il c.d. tertium genus costituito dal cittadino comunitario. A mio giudizio, in contrapposizione alle tre tesi mi piacerebbe definire la titolarità dei diritti umani non in riferimento all’appartenenza o meno ad un determinato territorio, bensì semplicemente in riferimento al genus ovvero l’appartenenza al genere che legittima l’immanenza dei diritti alla stessa natura umana. Non bisogna dimenticare, infatti che la tutela dei diritti fondamentali è certamente imprescindibile da una educazione alla cittadinanza che sia scollata dall’identità nazionale che viene impartita in una ristretta ottica di educazione civica nazionale. Occorre, pertanto, condividere un nuovo modo culturale di identificazione della persona, non nella dimensione individualistica ma universale, nell’ottica di considerare la dignità umana quale valore fondante per un ordine mondiale più equo.

    Da qui la necessità di un nuovo approccio culturale atto ad estendere spazialmente il senso di appartenenza dalla ristrettezza di un territorio ai confini planetari e che sia in grado di ridefinire teorie e strategia nel campo dell’intercultura e dell’educazione alla cittadinanza per individuare nuovi orizzonti che consentano di raggiungere una pace sociale duratura e senza ripensamenti di sorta.


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