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Lo stilo e l’aratro: immagini dell’atto scrittorio nella letteratura e nell’epigrafia latina

  • Autores: Cristiana Pasetto, Alfredo Sansone
  • Localización: Acme : annali della Facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Milano, ISSN 0001-494X, Vol. 72, Nº. 1, 2019, págs. 67-92
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • English

      The contribution aims to investigate the Latin origins of the agricultural metaphor of writing, made famous in particular by the Veronese riddle. Through a parallel and diachronic examination of literary and epigraphic sources, from the third century. BC until the threshold of the Middle Ages, the linguistic and conceptual characteristics of the metaphor and its evolution in relation to the various writing supports are analyzed. In the first part, the peculiarities of the metaphor in the enigmatic production of the medieval era are observed, whose roots are sought in ancient literature. The analysis then focuses on some fundamental terms used to express the association between plowing and writing in archaic and classical Latin, such as plowing, perarare, inarare and, above all, exarare, placing the emphasis on the role of mediation exercised by Christian literature, which has delivered to the imaginative mind of Medieval man is an extremely rich and varied metaphorical complex, at the basis of both a literary and popular tradition that has survived to the present day. In the second part, the epigraphic sources are evaluated which, although quantitatively lower than the literary ones, contribute to enriching the evolutionary framework of the metaphor. In particular, the two epigraphs taken into consideration allow us to dwell on the translated use of the verb sulcare and its derivative desulcare, not attested for the agricultural metaphor of writing before the first century. AD, which will be taken up and reformulated in Christian literary production only from the fourth century. A.D

    • italiano

      Il contributo si propone di indagare le origini latine della metafora agricola della scrittura, resa celebre in particolare dall’indovinello veronese. Attraverso un esame parallelo e in prospettiva diacronica delle fonti letterarie ed epigrafiche, dal III sec. a.C. fino alle soglie del Medioevo, si analizzano le caratteristiche linguistiche e concettuali della metafora e la sua evoluzione in rapporto ai diversi supporti scrittori. Nella prima parte, sono osservate le peculiarità della metafora nella produzione enigmistica di epoca medievale, di cui si ricercano le radici all’interno della letteratura antica. L’analisi si concentra poi su alcuni termini fondamentali impiegati per esprimere l’associazione fra aratura e scrittura nel latino arcaico e classico, quali arare, perarare, inarare e, soprattutto, exarare, ponendo l’accento sul ruolo di mediazione esercitato dalla letteratura cristiana, che ha consegnato alla mente immaginifica dell’uomo medievale un complesso metaforico estremamente ricco e variegato, alla base di una tradizione sia letteraria che popolare giunta sino ai nostri giorni. Nella seconda parte, sono valutate invece le fonti epigrafiche che, seppur quantitativamente inferiori rispetto a quelle letterarie, contribuiscono ad arricchire il quadro evolutivo della metafora. In particolare, le due epigrafi prese in considerazione consentono di soffermarsi sull’utilizzo traslato del verbo sulcare e del suo derivato desulcare, non attestati per la metafora agricola della scrittura prima del I sec. d.C., che saranno ripresi e riformulati nella produzione letteraria cristiana solo a partire dal IV sec. d.C.


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