Convinto che il diario del viaggio di Algarotti a San Pietroburgo, nell’estate del 1739, possa offrire un interessante punto di osservazione sui dieci anni di governo di Anna, da più parti definiti come il vero banco di prova dell’Impero russo dopo le riforme di Pietro il Grande, nel saggio l’autore ricostruisce le vicende dell’autocrazia mentre interviene sugli equilibri di potere dello Stato russo, riconfigurando i suoi rapporti con un’«aristocrazia» e, di riflesso, con una «nobiltà» che, dopo i drammatici eventi della crisi di successione tra il gennaio e il febbraio 1730, furono costrette ad abbandonare ogni progetto di difesa dei propri spazi di intervento politico. Ma sulla scorta del Giornale, il contributo propone anche una riflessione sui metodi e i limiti del dispotismo, colto nell’atto di alterare gli assetti tradizionali dello Stato, mentre interviene sugli equilibri di potere e sui rapporti tra ceti e istituzioni.
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