This essay offers a formal analysis of Nuto Revelli’s Il mondo dei vinti, showing how both the work’s structural characteristics and its rhetorical and discursive procedures assist in exhibiting the dialogical and intersubjective nature of the writing. Poised between historical narrative and literature, the ambiguous statute of the book appears less eccentric when set within the debate that in the Sixties writers like Calvino and Celati and historians such as Ginzburg developed around the methods of archaeology and microhistory.
Il saggio propone un’analisi formale del Mondo dei vinti di Nuto Revelli, mostrando come tanto le sue caratteristiche strutturali quanto le procedure retoriche e discorsive adottate, concorrano a esibire la natura dialogica e intersoggettiva della sua scrittura. In bilico tra racconto storico e narrazione letteraria, lo statuto ambiguo del libro appare meno eccentrico se collocato nel dibattito che negli anni Settanta scrittori come Calvino e Celati e storici come Ginzburg animavano intorno al metodo dell’archeologia e della microstoria
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