This paper analyses the discipline of the statute of limitations on offence resulting from a crime pursuant to art. 22 d. lgs. n. 231 of 2001, with the aim of evaluating his coherence with reference to the legislative framework of the Decreto 231, and his reasonableness regarding the current regulation of the Italian criminal code. In this perspective a very peculiar discipline emerges, which, besides being unhelpful in giving adequate interpretative options on the dogmatic side, reveals a strong divergence with respect to the discipline of the statute of limitations on crimes: a divergence that has no justification in the light of the criminal genetic dominance that qualify the offence of the company. Hence, a contrast with the art. 3 Cost. arises, which is only partially mitigated by the recent reformation of the statute of limitations on crime, introduced by Law n. 3 of 2019.
Il contributo analizza la disciplina della prescrizione dell’illecito da reato di cui all’art. 22 d. lgs. n. 231 del 2001, nell’ottica di valutare la sua coerenza con riferimento alla cornice normativa del Decreto 231, e la sua ragionevolezza rispetto alla vigente regolamentazione del codice penale. In tale prospettiva emerge una disciplina alquanto singolare, che, oltre ad essere inidonea a fornire adeguate opzioni interpretative sul versante dogmatico, svela una forte divergenza rispetto a quella della prescrizione del reato; divergenza non giustificabile alla luce della dominanza genetica marcatamente penalistica che qualifica l’illecito dell’ente. Di qui un momento di frizione con l’art. 3 Cost., che risulta solo parzialmente attenuato dalla recente riforma della prescrizione del reato attuata con la l. n. 3 del 2019
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