I numerosi casi di condottieri principi e principi condottieri nell’Italia del Rinascimento mostrano come all’epoca la concentrazione in un solo individuo del comando in guerra e del comando dello Stato fosse percepita come legittima. Questa situazione è stata fatta oggetto di interpretazioni famose, in particolare da parte di Machiavelli, e fondatrici di un quadro interpretativo consolidato. Questo lavoro ha l’obiettivo di precisare la cronologia e la geografia del fenomeno, ma anche di dar conto della grande diversità di casi sia in termini di progetti politici (non tutti i condottieri erano ossessionati dall’"instatarsi", ossia dall’approdo all’esercizio di un potere signorile stabile), sia in termini di modalità dell’accesso al principato e/o dell’attività militare da condottieri. La riflessione punta infine sulle relazioni tra "guerra" e "Stato": la cultura politica rinascimentale accettava la mobilità geografica e sociale dei governanti e consentiva a soggetti politici non statali e addirittura non territoriali di svolgere attività che sarebbero diventate monopolio degli Stati.
© 2001-2024 Fundación Dialnet · Todos los derechos reservados