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Commemorating the sack of Rome (1527): Antiquity and authority in Renaissance poetic calendars

    1. [1] University of Warwick

      University of Warwick

      Reino Unido

  • Localización: Papers of the British School at Rome, ISSN 0068-2462, Nº. 88, 2020, págs. 215-235
  • Idioma: inglés
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • italiano

      L'articolo mira a fornire un contributo alla comprensione del significato intellettuale dei Fasti di Ovidio durante il Rinascimento europeo, esaminando una serie di calendari poetici moderni modellati sul poema di Ovidio. Recenti studi sui Fasti di Ovidio hanno rilevato come la propensione del poema a contestare il significato di una particolare occasione faciliti un esame del rapporto tra passato e presente di Roma, attraverso il quale il poeta mira a criticare la riorganizzazione del calendario romano da parte di Augusto. Il presente contributo suggerisce come un'operazione con analogo significato politico possa essere riconosciuta alla base di numerosi fasti del Rinascimento. Usando il ricordo di questi poemi del Sacco di Roma (1527) come caso di studio, si sostiene, in primo luogo, che la funzione commemorativa del genere sia attivata in modo competitivo dai suoi primi autori moderni per riflettere sulla storia e sullo status di Roma, e in particolare sul suo ruolo di caput mundi che la città ha rivestito sin dall'antichità. In secondo luogo, si dimostra come nella seconda metà del XVI secolo, il genere della poesia calendariale — e in particolare i Fasti di Ovidio — divengano un mezzo significativo attraverso il quale gli umanisti del Rinascimento criticano la natura del potere, in un momento in cui gli scismi politici ed ecclesiastici in Europa divennero più consistenti.

    • English

      This paper aims to advance scholarly understanding of the intellectual significance of Ovid's Fasti during the European Renaissance by examining a number of early modern poetic calendars modelled on the Ovidian poem. Recent studies of Ovid's Fasti have noted that the poem's propensity to contest the meaning of a particular occasion facilitates a sustained examination of the relationship between the past and present of Rome, through which the poet disrupts the reorganization of the Roman calendar by Augustus. This paper suggests that a similarly politically charged operation underpins a number of Renaissance fasti poems. Using these poems’ remembrance of the Sack of Rome (1527) as a case study, this article argues, firstly, that the genre's commemorative function is mobilized competitively by its early modern authors to reflect on the history and status of Rome, particularly the city's role as the caput mundi since antiquity. Secondly, it will be shown that in the second half of the sixteenth century the genre of calendrical poetry — and Ovid's Fasti in particular — became an important medium through which Renaissance humanists critiqued the nature of power at a time when political and ecclesiastical schisms hardened across Europe.


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