The article addresses the persistent problem of the Constitutional Court’s possibility to review the Parliament’s decisions on electoral matter and, in general, on the verification of powers.
First, the author narrows the field of the research and analyses some significant constitutional systems comparable to the Italian one (United Kingdom, France, Germany, USA), then he describes the evolution of the institution from the statutory period until nowadays. A specific attention is posed on the Constituent Assembly’s debate, in which many amendments, and amongst them the one proposed by Costantino Mortati, have been rejected.
In the second part the author claims that a constitutional system in which the fundamental rights are protected by the principle of constitutional legality can’t tolerate exceptions such as the one in the case of the verification of the powers, especially because it’s a vital aspect of a democratic system that can’t be entrusted only to political decisions.
Bearing in mind the above principles and the case-law of the Constitutional Court on the conflicts of powers raised by lawmakers in defense of their functions and by abrogating referenda committees, the author argues that interested lawmakers and political parties (empowered by the Constitution to submit election candidacies) can challenge the decisions taken by the Parliament on the verification of powers before the Constitutional Court.
Il saggio affronta l’annoso tema della sindacabilità dinanzi alla Corte costituzionale delle decisioni assunte dalle Camere in tema di contenzioso elettorale e, in generale, di verifica dei poteri.
Dopo aver delimitato il tema della ricerca e analizzato alcune tra le più significative esperienze costituzionali comparabili a quella italiana (Inghilterra, Francia, Germania, Stati Uniti), l’A.
ripercorre l’evoluzione dell’istituto in Italia sin dal periodo statutario fino ai giorni nostri. Particolare attenzione viene riservata al dibattito svoltosi in Assemblea costituente nel corso del quale furono bocciati alcuni importanti emendamenti tra i quali quello proposto da Costantino Mortati.
Nella seconda parte l’A. sostiene la tesi secondo cui un sistema costituzionale basato sulla difesa dei diritti fondamentali tramite la pratica del principio di legalità costituzionale non può tollerare un’eccezione nel caso della verifica dei poteri, trattandosi di una competenza fondamentale in un ordinamento democratico che non può essere affidata solo a decisioni politiche.
Sulla base di tali principi, anche valorizzando la giurisprudenza costituzionale in tema di conflitti di attribuzioni proposti dai parlamentari a tutela delle proprie funzioni e dei comitati promotori dei referendum abrogativi, l’A. ipotizza la legittimazione dei parlamentari interessati e dei partiti politici (in quanto legittimati dalla Costituzione a proporre le candidature alle elezioni politiche) a ricorrere dinanzi alla Corte costituzionale contro le decisioni prese dalle Camere in tema di verifica dei poteri.
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