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Il territorio del tempo libero tra controllo sociale, welfare e utopia: Riflessioni sulla cultura del progetto italiana degli anni ’50 e ’60

  • Autores: Federico Deambrosis, Alessandro De Magistris
  • Localización: Territoris del turisme: l'imaginari turístic i la construcció del paisatge contemporani : actes / Nadia Fava (dir.), Marisa García Vergara (dir.), 2014, ISBN 978-84-92931-37-8, pág. 585
  • Idioma: italiano
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  • Resumen
    • English

      In the second half of the 20th Century, the relationshisp between mass tourism, land transformations and design culture can be easily and largely observed. However, paraphrasing Gregotti (1966), “The Territory of Leisure”could be intended not just as the land consumed by tourism, thematic parks and mega-events, but mainly as the increasing space devoted to ‘diversion’ in contemporary society.Up to the fifties, the so-called ‘fourth function’ sporadically emerges in the 20th Century history of architecture. Since then, the U.S. social paradigm and the new dimensions of social control (including collectivist countries) are flanked by several local variations. The most interesting dialectic is probably the one between a vision of leisure as an instrument for social management and balance and its conception as a base for the transformation of society in a non-utilitarian perspective. A wide literature and new territories “for another life” are produced and imagined by the latter.The paper briefly reflects on Italian design culture during the fifties and the sixties. Observing projects and works at different scales (including infrastructures), journals and exhibitions, it shows how leisure represents a constant and increasingly substantial theme.

    • italiano

      La relazione tra turismo di massa, trasformazioni territoriali e cultura progettuale nella seconda metà del XX secolo è evidente e diffusamente osservabile. Ma, parafrasando Gregotti (1966), “Il territorio del tempo libero” può essere inteso non soltanto come il suolo consumato da turismo, parchi tematici e megaeventi, ma anche e soprattutto come lo spazio crescente occupato dallo “svago” nella società contemporanea .La cosiddetta “quarta funzione” affiora sporadicamente nella narrazione della storia dell’architettura del Novecento fino agli anni cinquanta, quando al paradigma sociale statunitense e alle nuove dimensioni del controllo sociale (anche nei paesi del socialismo reale) si affiancano varie declinazioni locali. La dialettica più interessante s’instaura forse tra un tempo libero inteso come strumento di gestione ed equilibrio sociale e una concezione dello stesso come base di una trasformazione della società in chiave non utilitaristica che produce una vasta letteratura e immagina territori nuovi “per un’altra vita”.L’intervento riflette sinteticamente sugli sviluppi della cultura progettuale italiana durante gli anni cinquanta e sessanta per soffermarsi brevemente su progetti e realizzazioni a scale differenti (compresa l’infrastrutturazione territoriale), riviste ed esposizioni e mostrare come il tema del tempo libero costituisca una costante di cui è facile avvertire la crescente centralità.


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