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Manipolazione del linguaggio giuridico e vincoli della realtà: l' irretroattività in peius irrompe nei confini dell'esecuzione penale

    1. [1] Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza
  • Localización: Rivista italiana di diritto e procedura penale, ISSN 0557-1391, Vol. 63, Nº 3, 2020, págs. 1436-1458
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • Manipulation of the Legal Language and Reality Constraints: The Principle of Non-Retroactivity of more Stringent Criminal Laws breaks through the Boundaries of Criminal Enforcement
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  • Resumen
    • English

      Resorting to artificially concealed legal .fiction, notably to "labelling fraud", is a treacherous anti frequently used device in criminal law, since it is used in order to circumvent fundamental principles of guarantee. In its Judgment no. 32/2020, the Italian Constitutional Court took a critical position in in an emblematic case of manipulation of the legal language, namely the dominant qualification. of all detention/enforcement rules as "procedural" or, in. any case', "non-criminal substantive", even when they may significantly affect the punishment actually inflicted on. the convicted person.. By affirming that the guarantee of non-retroactivity in peius must be extended to any provision. that entails a transformation of the nature of the punishment in force as at the time of the offence and of its impact on the convict's personal freedom, this judgment puts an end to artificial distinctions and recognizes that "reality constraints" should art as the insurmountable limit to any dogmatic elaboration. For the future, it seems desirable to reconsider the differentiation made by the Court between alternative measures and "mere prison benefits".

    • italiano

      Il ricorso alla finzione - legale o giuridica - artatamente occultata, segnatamente alla "frode delle etichette", è un espediente tanto insidioso quanto ricorrente nel settore penale, giacchl' impiegato per eludere fondamentali principi di garanzia. La sentenza della Corte costituzio nale n. 32/2020 ha censurato un caso emblematico di manipolazione del linguaggio giuridico: l'invalsa qualificazione come "processuali" o comunque "non penali sostanziali" di tutte ilnorme penitenziarie/esecutive, anche quando capaci di incidere significativamente sulla penti concretamente sofferta dal condannato. Il decisum, nell'affermare che il canone dell'irretroat tività in peius va esteso a qualsiasi disposizione che comporti una trasformazione della natuni della pena prevista al momento del reato e dell'impatto concreto sulla libertà personale, mettv fine a distinzioni artificiose, riconoscendo ai "vincoli di realtà" il ruolo di limite invalicabill• dell'elaborazione dogmatica. Per il futuro, appare auspicabile rimeditare la differenziazione - tracciata dalla Corte - tra misure alternative e "meri benefici penitenziari".


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