The tension between constitutional safeguards and advanced investigative tools (capable of infringing privacy) is particularly relevant with respect to the “trojan horse” software, deeply intrusive in the personal sphere of the monitored individual and potentially undermining his fundamental rights to be let alone and to personal freedom. The key-point seems however the notion of domicile: if the latter was intended and construed as the device rather than a physical place, several uncertainties on the “trojan horse” software could be solved, especially in respect of the remote control of the microphone and about the requirement of “ongoing criminal activity”
La tensione tra il rispetto delle garanzie costituzionali e l’utilizzo di strumenti investigativi tecnologicamente avanzati e gravemente invasivi della altrui sfera di riservatezza giunge a livelli altamente problematici con riferimento all’impiego del captatore informatico che, penetrando profondamente nella dimensione personale del soggetto controllato, solleva problemi considerevoli rispetto alla tutela di beni fondamentali quali il domicilio e persino la libertà personale. Il fulcro della questione sembra, tuttavia, gravitare intorno al concetto di domicilio che - ove venisse identificato con il device e non invece con il luogo fisico - consentirebbe di risolvere molte delle incertezze connesse alla disciplina del captatore informatico, soprattutto in relazione alla regolamentazione dello spegnimento a distanza del microfono e, soprattutto, del fondato motivo di ritenere che l’attività criminosa sia in corso
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