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Resumen de Trame pascoliane e un possibile pun nell’Ippopotamo di Luciano Erba

Samuele Fioravanti

  • italiano

    Il contributo offre un significativo spaccato dell’influenza esercitata dalla poesia pascoliana sulla svolta di Luciano Erba a partire dagli anni ottanta, con il passaggio da un’adesione piena alle ipotesi anceschiane dell’antologia Linea lombarda allo sviluppo di un personalissimo minimalismo. La funzione di Pascoli alla radice di tale evoluzione viene quindi motivata su base documentale, contestualizzata fra le altre suggestioni di derivazione romagnola (Panzini, Pizzuto, Moretti) e, infine, esemplificata sul confronto specifico nell’impiego di quattro lemmi (spada, rondone, azzurro, umile) fra L’ippopotamo di Erba e diversi testi pascoliani (Odi e inni, Poemi italici, La mirabile visione, L’eroe italico, Poemi conviviali, Primi Poemetti, Canzoni di re Enzio, Canti di Castelvecchio). L’analisi perviene dunque alla conclusione che il minimalismo erbiano consista nella riproposizione della cosiddetta poetica delle cose umili (ipotizzata da Contini per Pascoli) e filtrata dalla tradizione del materialismo lombardo sviluppuatosi in ambito figurativo già fra XVI e XVII secolo.

  • English

    The paper offers a significant cross-section of the influence exerted by Pascoli’s poetry on Luciano Erba’s poetry from the 1980s, with the transition from a full adherence to Anceschi’s critical proposal for the anthology Linea Lombarda to the development of a highly personal version of Minimalism. Pascoli’s function at the root of this evolution, therefore, will be justified on a documentary basis. Then it will be contextualized among other suggestions of Romagna derivation (Panzini, Pizzuto, Moretti) and, finally, exemplified on the specific comparison in the use of four terms (sword, swift, blue, humble) between L’ippopotamo and various texts by Pascoli (Odi e inni, Poemi italici, La mirabile visione, L’eroe italico, Poemi conviviali, Primi Poemetti, Canzoni di re Enzio, Canti di Castelvecchio). Hence I will propose to consider Erba’s Minimalism origins as a re-proposition of the so-called poetics of humble things (hypothesized by Contini for Pascoli) and filtered by the tradition of Lombard materialism which developed in the figurative field between the 16th and 17th centuries.


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