Fra il 1992 e il 2018 l’economia italiana ha registrato una preoccupante rallentamento della crescita della domanda aggregata, dovuto soprattutto alla significativa contrazione dei consumi privati e pubblici. Nello stesso periodo l’Italia#è tra i Paesi europei che si sono impegnati maggiormente nel ridurre la protezione del lavoro precario, facendo registrare un aumento esponenziale dei lavoratori con contratti a termine.#In prospettiva futura, una maggiore crescita, una più ampia occupazione e maggiore produttività potranno essere garantite non tanto da ulteriori riforme che incentivino la flessibilità del lavoro e la compressione dei salari, bensì da provvedimenti che incoraggino gli investimenti in capitale e innovazione e l’incremento del valore aggiunto per addetto.
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