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Resumen de Il tópos del tiranno sconfitto nel De mortibus persecutorum di Lattanzio

Francesca Zappalà Marelli

  • English

    In my research I deepened the tόpos of the tyrant defeated by divine justice within an apologetic text attributed to the rhetorician Lucius Caecilius Firmianus Lactantius, the De mortibuspersecutorum. It is a little known work, on which little has been written and investigated. With this work I propose to analyze, explain and comment on the author’s angry victory song. A Christian imbued with classical culture and an excit-ing storyteller, who through Tacitian essential prose describes the heart-rending and painful deaths suffered by those among the Roman emperors who have become pro-tagonists of violent anti-Christian persecutions. In obedience to a providential design, the principes will find themselves victims of their own cruelty and their own vitia, for which they will suffer the just divine punishment; the penalties will be commensurated with the inhumanity of the sins committed by them. From an historical-political point of view, the work fits perfectly into Constantinian propaganda: Costantino himself is presented, in fact, as a tolerant princeps enlightened by the transcendent justice of God, in a process of Christianization of the theology of Roman victory. He alone will be able to overthrow an anti-Christian tyrannical government to give the world what Lactantius calls a pax iucunda et serena with smug hyperbole

  • italiano

    Nella mia ricerca ho approfondito il tόpos del tiranno sconfitto dalla giustizia divina all’interno di un testo apologetico attribuito al retore Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio, il De mortibus persecutorum. Si tratta di un’opera poco nota, sulla quale poco si è scritto e indagato. Con questo lavoro mi propongo di analizzare, spiegare e commentare il rabbioso canto di vittoria dell’autore. Un cristiano imbevuto di cultura classica e un appassionante narratore, che attraverso una prosa tacitianamente essenziale descrive le strazianti e dolorose morti toccate a quanti tra gli imperatori romani si sono resi protagonisti di violente persecuzioni anticristiane. In obbedienza a un disegno provvidenziale, i principes si troveranno a essere vittime della loro stessa crudeltà e dei propri vitia, per i quali subiranno la giusta punizione divina; le pene saranno commisurate all’inumanità dei peccati da loro commessi. Da un punto di vista storico-politico, l’opera si inquadra perfettamente all’interno della propaganda costantiniana: Costantino stesso è presentato, infatti, come un princeps tollerante e illuminato dalla giustizia trascendente di Dio, in un processo di cristianizzazione della teologia della vittoria romana. Egli solo sarà capace di rovesciare un governo tirannico anticristiano per donare al mondo quella che Lattanzio definisce con compiaciuta iperbole una pax iucunda et serena.


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