The essay presents the first results of a stylistic study of Montale’s letters, with particular reference to the correspondence with some of the more intimate poet’s interlocutors (Contini, Brandeis, Rodocanachi, etc.). It is focused on the way epistolary conventions are followed and specifically, it examines the openings and some of the conclusions of letters. The analysis highlights the two principal tools that Montale uses to renew and personalize epistolary formulas: the employment of nicknames and loans words.
Il contributo presenta i primi risultati di uno studio stilistico sulle lettere di Montale, con particolare riferimento ai carteggi con alcuni dei corrispondenti più intimi con il poeta (Contini, Brandeis, Rodocanachi, etc.). L’analisi si concentra sul modo in cui viene interpretata la così detta ‘grammatica epistolare’, esaminando nello specifico gli esordi e alcuni fra i congedi delle missive. Sono così messi in luce i principali mezzi attraverso i quali Montale cerca di attenuare la stereotipia delle formule di apertura e chiusura del discorso: l’uso dei soprannomi e il ricorso ai forestierismi.
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