This article shows the way in which medieval sources in the field of optics and the bestiaries’ exempla served Dante as a basis for the construction of analogies that deal with riches and nobility. The article analyzes, in particular, Purg. XVII 1-9, Cv. II iv 16-17, III vii, ix, fragments of the canzone Le dolce rime and its commentary of Cv. IV. Finally, it discusses the philosophical counterpoint that Dante offers to the historical events of his time.
L’articolo illustra il modo in cui Dante ha utilizzato le fonti medievali nel campo dell’ottica e degli exempla dei bestiari per costruire analogie al fine di ragionare delle ricchezze e della nobiltà. Il testo analizza, in particolare, Purg. XVII 1-9, Cv. II iv 16-17, III vii, ix, alcuni frammenti della canzone Le dolci rime e il relativo commento in Cv. IV. Alla fine dell’articolo si espone il contrappunto filosofico che Dante offre alle vicende storiche del suo tempo.
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