Roma Capitale, Italia
This article compares the monastic visions Hildegard of Bingen (1098-1179) and Bernard of Clairvaux (1090-1153). Despite Hildegard’s regard and admiration for Bernard, she developed an original position in the intense debate on the multiplication of monastic orders in the Twelfth Century. The article highlights that Hildegard distanced herself from the divisive reformism of the Cistercians, replacing the three cardinal virtues of the White Monks - charity, unity-unanimity, peace - with a new “triad” - charity, humility, and peace. According to her, humility has both a normative-institutional meaning, as a cornerstone of the Benedictine tradition, and a charismatic and a prophetic one. Humility is not only for the monk, but also those who play the role of prophet in the Church considering themselves “nothing” and thus are filled with “meek humility”.
Al centro di questo articolo vi è il confronto tra due visioni di monachesimo: quella di Ildegarda di Bingen (1098-1179) e quella di Bernardo di Chiaravalle (1090-1153). Nonostante la stima e l’ammirazione per il Claravallense, la magistra mantenne una posizione originale nell’intenso dibattito sulla moltiplicazione degli ordini monastici del XII secolo. Come ha messo in luce la ricerca, Ildegarda prese le distanze dal riformismo divisivo dei cistercensi, sostituendo alle tre virtù cardine dei monaci bianchi - carità, unità-unanimità e pace - una nuova “triade” - carità, umiltà e pace. L’umiltà ha per lei un significato sia normativo-istituzionale, come caposaldo della tradizione benedettina, che carismatico e profetico: non solo il monaco, ma anche colui che nella Chiesa riveste il ruolo di profeta, si considera come “nulla” e per questo è ricolmo di “mite umiltà”.
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