L'autore analizza la pronuncia della Corte di Cassazione n. 43112/2017 (Caso Contrada) che ha dichiarato ineseguibile la condanna definitiva inflitta a suo tempo al ricorrente, per dar corso ad una sentenza della Corte Edu avente ad oggetto la violazione dell'art. 7 CEDU. Muovendo da tale decisione, il lavoro si concentra sulle problematiche di natura processuale relative alla riapertura, ponendosi la questione di come, e se, l'incidente di esecuzione si possa affiancare alla c.d. revisione europea, quale rimedio ordinario. In questa ottica, l'autore esamina anche la decisione n. 44193/2016 (Caso Dell'Utri) nella quale la stessa Suprema Corte aveva affrontato il tema della estensione della riapertura a favore di coloro che si trovavano in posizione analoga ma non avevano impugnato la propria condanna in sede europea. In conclusione viene proposta una breve riflessione sui problemi e sulle prospettive di sistema che le pronunce delineano sul tema.
The author analyzes judgment No. 43112/2017 of the Italian Supreme Court (in the Contrada case). Such judgment established that the final conviction that was originally imposed onto the appellant was unenforceable as a result of a judgment of the European Court of Human Rights on the violation of art. 7 ECHR. Starting from such decision, the paper focuses on the procedural issues regarding the execution of the European sentences in the Italian system. More specifically, in order to guarantee a reopening of the proceedings, the paper deals with the hypothesis of applying the so-called "European revision" exclusively, or the "execution trial" in addition thereto. The author then discusses decision No. 44193/2016 of the Supreme Court (Dell'Utri case) concerning the reopening of the proceedings also for convicts who, in similar cases, did not appeal to the European Court. Finally, the Author offers a short overview of the problems and systematic perspectives on the issue of the execution of the sentences of the European Court of Human Rights
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