This paper suggests that the line uttered by Titus to greet his father at the return from the Jewish war, as reported by Suetonius (Tit. 5.3 veni, … pater, veni), alludes to the encounter between Aeneas and Anchises in Virgil (Aen. VI 687-689). In all likelihood Titus wished to refute his alleged intention to establish a kingdom for himself in the East by claiming a pietas towards his own father non unlike Aeneas’ pietas towards Anchises.
L’articolo propone l’ipotesi che la battuta con cui Tito salutò il padre in occasione del suo ritorno dalla Guerra Giudaica, secondo la narrazione di Svetonio (Tit. 5, 3: 'veni, … pater, veni'), alluda all’incontro tra Enea e Anchise in Virgilio (Aen. VI 687-689). Con ogni probabilità Tito voleva allontanare il sospetto di voler costituire per sé un regno autonomo in Oriente e intende, di conseguenza, rimarcare la sua pietas nei confronti di Vespasiano, non diversamente da Enea nei riguardi di Anchise.
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