This article analyses the catechist manual (ʿilmiḥāl) who was written by Shejh Adem Nuri Gjakova in 1934, to provide an overview about spiritual rules and methods widespread in post-Ottoman Balkan Sufism. In this manual, in fact, there are a strong reverence towards ‘Alī and the Prophet’s Family, as well as a strong imprint by Ibn al-ʿArabī’s doctrines; both are among the main characters of Balkan Sufism, whose formation is inextricably linked to the religious and social history of the Ottoman Empire, in which the confessional boundaries were much smoother than today.
Questo articolo analizza il manuale sufi (ʿilmiḥāl) scritto da Shejh Adem Nuri Gjakova nel 1934, al fine di fornire uno sguardo d’insieme sulle regole e sui metodi di realizzazione spirituale più diffusi nel Sufismo balcanico post-ottomano. In questo manuale, infatti, è possibile riscontrare la presenza di un forte senso di reverenza verso ‘Alī e la Famiglia del Profeta, così come una forte impronta delle dottrine di Ibn al-ʿArabī. Entrambi sono due delle principali caratteristiche del Sufismo di area balcanica, la cui formazione è indissolubilmente legata alla storia religiosa e sociale dell’Impero Ottomano, in cui i confini confessionali prescindevano da una chiara demarcazione tra sciismo e sunnismo, così come è identificata in epoca contemporanea.
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