Empirya and rationality of values, in the context of a criminal policy oriented to superior normative principles, seem to impose a restructuring of the traditional penal categories that, well beyond a simple renewal of their applicative consequences, are able to express the dommatic concretisations of that criminal law unknown to the general part that is systematically more and more widespread. The political-criminal function of the degree of guilt in the criminal law of medicine and the procedural justification ex ante of harmful conduct, as developed by a courageous hermeneutic deontology, constitute, then, the premises of a dynamic normativity in which a criminal shield and a space free from the illicit, however much constructed by authoritative doctrine, are able to guarantee free choices of action and a civil order to a criminal system as a social state of law inspired by strict criteria of subsidiarity in the intervention of the most serious sanction. And it is precisely here that criminal self-control, as a rational instrument of opposition to a total criminal law, can allow the positive formant to participate in the complex legality in which the secondary norm, the expression of private or public self-regulation, is capable, for purposes of social integration, of surpassing the mere role of specification of factual elements to rise, respectively, to the limit of criminal responsibility or to the foundation of lawful action.
Empiria e razionalità dei valori, nell'ambito di una politica criminale orientata a principi normativo-superiori, sembrano imporre una ristrutturazione delle categorie penalistiche tradizionali che, ben oltre una semplice rinnovazione delle loro conseguenze applicative, sappiano esprimere le concretizzazioni dommatiche di quel diritto penale sconosciuto alla parte generale che è sistematicamente sempre più diffuso. La funzione politico-criminale del grado della colpa nel diritto penale della medicina e la giustificazione procedurale ex ante di condotte lesive, così come elaborate da una coraggiosa deontologia ermeneutica, costituiscono, allora, le premesse di una normatività dinamica in cui uno scudo penale e uno spazio libero dall'illecito, per quanto costruiti da autorevole dottrina, sono in grado di garantire libere scelte d'azione ed un ordine civile ad un sistema penale da stato sociale di diritto ispirato da rigorosi criteri di sussidiarietà nell'intervento della sanzione più grave. Ed è proprio qui che l'autocontrollo penale, come razionale strumento di opposizione ad un diritto penale totale, può consentire al formante positivo di partecipare della legalità complessa in cui la norma secondaria, espressione di autonormazione privata o pubblica, è capace, per finalità di integrazione sociale, di superare il mero ruolo di specificazione di elementi fattuali per assurgere, rispettivamente, a limite della responsabilità penale ovvero a fondamento di un agire lecito.
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