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L’accusa di eresia ai papi negli anni del Grande Scisma: (1378-1418)

    1. [1] University of Bologna

      University of Bologna

      Bolonia, Italia

  • Localización: Rivista internazionale di diritto comune, ISSN 1120-5695, Nº. 32, 2021, págs. 161-202
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • English

      The blame of heresy, mutually launched by the followers of the ‘roman’ and ‘avignonese’ popes at the beginning of the Great Schism was, in a first stage, a mere pretext for further polemical issues. Only from the first years of the XVth century the accusation assumed a precise legal configuration based on the equivalence of heresy and prolonged schism: a good reason, indeed, for lawyers and cardinals invoking a general council to cut off the schism, after the failure of other means proposed for some time. The deposition of Gregory XII and Benedict XIII, for heresy, in the pisan assembly (1409) did not resolve the old controversy. Moreover, some followers of the two popes moved many doubts about the legitimacy of the sentence that condemned their respective leaders. The council of Constance (1418), once obtained the voluntary resignation to the papacy by John XXIII and Gregory XII, finally convicted the only Benedict XIII of heresy due to obstinate and culpable prolongation of the schism.

    • italiano

      L’accusa di eresia che si scambiarono i seguaci dei papi ‘romani’ ed ‘avignonesi’ fu, all’inizio della contesa che diede inizio al Grande Scisma, meramente strumentale e dettata da motivi polemici. Solo dai primi anni del secolo XV essa si riveste di contorni precisamente giuridici in forza dell’assunto per il quale uno scisma prolungato nel tempo diviene inevitabilmente eresia.

      È su questa base che si fonda la richiesta di un concilio generale, ormai unica via d’uscita dalla drammatica situazione nella quale versa la Chiesa. La deposizione di Gregorio XII e Benedetto XIII, per eresia, nell’assemblea pisana (1409) non risolve, però, la contesa. I sostenitori dei due pontefici eccepiscono, anzi, l’illegittimità della sentenza che li ha condannati. Il concilio di Costanza (1418), ottenuta la rinuncia volontaria al papato di Giovanni XXIII e Gregorio XII, condannerà il solo Benedetto XIII per eresia conseguente all’ostinata e colpevole protrazione dello scisma.


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