L’A. commenta il canto XIV dell'”Inferno” dantesco ravvisando nel medesimo, data la collocazione centrale nello sviluppo della prima cantica dantesca, ‘una sorta di crocevia immaginoso del passaggio dal peccato terreno alla punizione ultraterrena, quasi il simulacro del contatto diretto (come voleva il Fauriel) fra la colpa e la sorte eterna degli animi’
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