Il saggio affronta il crescendo di orrore con cui Dante conduce il lettore attraverso l'”Inferno”. Un orrore che volutamente richiama – secondo l’A. – l’orrore e il sangue che dividono l’Italia e la Firenze del tempo fra guerre e lacerazioni a ogni livello. Solo l’approdo con Beatrice in Paradiso potrà purificare Dante – rileva lo studioso – da questi incubi. Le immagini terribili di questo percorso sono, a detta di Anselmi, tra le più alte della poesia di Dante e della sua potenza evocativa e tragica e, pertanto, hanno influenzato anche la letteratura e il cinema odierni fino a generi popolari nati già col Romanticismo, come, ad esempio, l”horror’
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