L’articolo raccoglie dalla bibliografia precedente e incrementa i riscontri tra le “Rime” di Pietro Bembo e le “Rime petrose” di Dante, considerando anche la mediazione petrarchesca. L’analisi, condotta in diacronia attraverso le diverse forme della raccolta poetica bembiana, mira a definire l’evoluzione dell”asperitas’ del Bembo poeta, dalla petrosità degli esordi all’asprezza ‘grave’ e umanistica della maturità.
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