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Non si è Umanisti perché si citano di continuo i classici: il caso di fra’ Bernardino Busti

  • Autores: Remo L. Guidi
  • Localización: La Rassegna della letteratura italiana, ISSN 0033-9423, Vol. 125, Nº. 2, 2021
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • English

      The one aspect that more than any other in the Quattrocento that surprises is the rather incoherent way in which the Mendicants, and above all the Observants, valued classical authors, considered at the same time both masters of moral deviancy and binding authorities to which one resorts to give credit to what they say. More than anyone else fra’ Bernardino Busti engaged in this contradiction, so much so that to study his two collections of Lenten sermons is equivalent to asking once again what was the nature of Humanism, what did it call for and what did it energetically reject even in religious matters.

    • italiano

      Uno degli aspetti che più d’ogni altro sorprende nel Quattrocento, è il modo assai poco coerente con il quale i Mendicanti, e soprattutto gli Osservanti, valutarono gli autori della classicità, ritenuti al contempo maestri di deviazione morale, e autorità vincolanti alle quali ricorrere per dar credito a quello che dicevano. Fra’ Bernardino Busti alimentò più dì ogni altro questa contraddizione, sicché studiare i suoi due quaresimali equivale a chiedersi ancora una volta quale fu la natura dell’Umanesimo, cosa volle e cosa energicamente respinse anche in materia religiosa


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