Il presente articolo affronta alcuni snodi teorici relativi alla questione del realismo nell’opera di Erich Auerbach. Dopo aver mostrato come la nozione di “compassione tragica” occupi un ruolo centrale all’interno del vocabolario critico auerbachiano, viene mostrato come tale concetto abbia delle implicazioni etiche e ideologiche precise che contribuiscono all’elaborazione di un canone all’interno del quale l’opera di Boccaccio, assieme a quella, tra gli altri, di Apuleio, Chrétien de Troyes, Cervantes, viene in parte svalutata a causa della postura aristocratica della brigata di narratori e dell’atteggiamento non serio, e di conseguenza non compassionevole e non tragico, con il quale essi rappresentano i caratteri e le azioni umane. In conclusione, l’autore si propone di sfumare il giudizio del critico tedesco, mostrando come sia possibile una lettura del Decameron che tenga conto della forza catartica ed etica della dimensione comica e ludica che lo caratterizza
This paper examines some crucial aspects of the concept of realism in Erich Auerbach’s work. The first part focuses on the notion of «tragic compassion». I show its importance in Auerbach’s conceptual vocabulary and analyse its ethical and ideological implications. Through this notion, Auerbach elaborates a literary canon in which Boccaccio’s works, as well as those by Apuleius, Chrétien de Troyes, Cervantes, are devalued because of the aristocratic posture displayed by the narrators in representing human characters and actions. In conclusion, I suggest to adjust Auerbach’s judgement, by showing that it is possible to acknowledge the Decameron’s cathartic and ethical qualities as they are developed thanks to its comical and playful dimension
© 2001-2024 Fundación Dialnet · Todos los derechos reservados