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L' "indebita ricezione di utilità" da parte del pubblico ufficiale: condotta criminalizzabile per se o solo elemento tipizzante del delitto di corruzione?

    1. [1] University of Turin

      University of Turin

      Torino, Italia

  • Localización: Rivista italiana di diritto e procedura penale, ISSN 0557-1391, Nº 1, 2021, págs. 119-160
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • “Undue Benefits” received by Public Officials: a Criminally Punishable Conduct per se or just a Feature of the Crime of Bribery?
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  • Resumen
    • English

      “Undue Benefits” received by Public Officials: a Criminally Punishable Conduct per se or just a Feature of the Crime of Bribery? This paper deals with the opportunity and the legitimacy of a hypothetical incrimination referring exclusively to the «undue receipt of benefits» by public officials, regardless of further specific descriptive features of the conduct. Following a search of all the main types of offences envisaged in the Italian legal system involving the simple concept of “disloyalty” and a thorough comparison of their similarities, the Author considers the scope of implementation of article 318 of the Italian Criminal Code, as amended by Law no.190 of 6 November 2012. Upon excluding the possibility to identify such criminal conduct as corruption for the performance of the public official's duties, the Author discusses the real effects and repercussions of this option on positive criminal law on public bribing. After completing his analysis of the type of criminal conduct, the Author focuses on the type of punishment capable of acting as a real deterrent and tool of prevention, taking into account the main contemporary European literature on this matter.

    • italiano

      Il presente lavoro si interroga sull'opportunità, nonché sulla legittimazione di una ipotetica incriminazione riferita esclusivamente all'« indebita ricezione di utilità » da parte del pubblico ufficiale e intesa come correlata alla precipua posizione del soggetto attivo a prescindere da note ulteriori di illiceità o modalità specifiche di condotta. Dopo aver rintracciato nell'ordinamento, al fine di fornire un quadro il più possibile esaustivo, le fattispecie che ruotano intorno al concetto di ‘infedeltà' tout court e averne valorizzato i tratti di similitudine, l'Autore si interroga sul perimetro applicativo dell'art. 318 c.p., riformato con la l. 6 novembre 2012, n. 190. Una volta esclusa la possibilità della sussunzione del comportamento criminologico considerato nella corruzione per l'esercizio della funzione, l'Autore si interroga sull'effettività di tale opzione criminalizzatrice e sull'eventuali ricadute — sia sotto il profilo ermeneutico che sotto quello sistematico — sulla disciplina penale positiva della corruzione pubblica. Esaurita l'analisi dedicata al tipo di comportamento, il lavoro si concentra infine su quale tipo di pena (intesa come pena ‘in concreto') sia in grado di svolgere appieno la necessaria funzione preventiva e deterrente, sulla scorta della principale letteratura contemporanea europea sull'argomento.


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