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Le voci dei «senza storia»: L’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano

    1. [1] Università degli Studi di Siena

      Università degli Studi di Siena

      Siena, Italia

  • Localización: Revista de historiografía (RevHisto), ISSN 1885-2718, Nº. 37, 2022, págs. 95-110
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • The voices of “common people”: The history of the uncelebrated
  • Enlaces
  • Resumen
    • italiano

      Nel 1984, Saverio Tutino, famoso giornalista, decide di fondare a Pieve Santo Stefano, un piccolo paese della Toscana, un archivio finalizzato alla raccolta, conservazione catalogazione delle scritture della «gente comune» per evitare la dispersione di un patrimonio documentario unico. Il progetto, ha un riscontro decisamente positivo: il patrimonio vede un continuo incremento tanto da contare attualmente più di 9.000 testimonianze, inviate in prima persona dagli autori o dai loro familiari e amici. Pagine e pagine di diari, memorie, carteggi costituiscono un vero monumento nazionale della memoria e toccano diverse fasi storiche e tematiche. Negli ultimi anni, l’Archivio ha avviato una serie di iniziative che ne caratterizzano sempre più la specificità e ha stabilito un proficuo rapporto con il mondo universitario, dando vita a programmi di ricerca e a significative iniziative, nell’intento di porre i diari nel quadro del rinnovato dibattito scientifico prodotto dalle diverse discipline. L’Archivio è anche promotore di attività editoriali volte a coinvolgere non solo gli studiosi ma a un pubblico più ampio. Oltre alla conservazione e alla schedatura informatizzata, l’Archivio ha realizzato la digitalizzazione dei manoscritti, ha aperto portali e siti e ha dato vita al Piccolo museo del diario.

    • English

      In 1984, Saverio Tutino, a famous journalist, decide to found an archive in Pieve Santo Stefano, a small Tuscan town, aimed at collecting, preserving and cataloguing writing by the “common people” in order to prevent the loss of a unique documentary heritage. The project has received an overwhelmingly positive response: the collection has continued to grow and now holds over 9,000 first-person testimonies submitted by the authors or their families and friends. These diaries, memoirs and letters cover a wide range of historical and thematic topics, forming a genuine national monument to memory. In recent years, the archive has launched initiatives that are increasingly defining its mission. It has established a fruitful relationship with the academic world, offering research programmes and important projects designed to position the diaries within the new scientific debate that has emerged in various disciplines. In addition, the archive promotes editorial activities targeting not only scholars, but also a wider audience. Furthermore, it has digitised manuscripts, opened portals and sites and created the Small Museum of the Diary as well as carrying out conservation and computerised filing.


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