This article shows how Anna Maria Ortese’s works and personality were put under scrutiny and harshly judged because of gender discrimination and her ‘irregular’ profile as a literary figure. The analysis builds upon the notion of intersectionality and focuses on the first twenty years of the author’s career, discussing a few reviews of Angelici dolori (1937), Ortese’s participation in the Littoriali, her exchange of letters with Helle Busacca, and Marcello Venturi’s memoir, Sdraiati sulla linea.
Questo contributo dimostra come l’opera e la personalità di Anna Maria Ortese siano state oggetto di uno scrutinio impietoso e di giudizi ostili a causa della discriminazione di genere e del suo profilo ‘irregolare’ di letterata. L’analisi qui proposta prende avvio dalla nozione di intersezionalità e si incentra sui primi venti anni di attività dell’autrice, discutendo alcune recensioni di Angelici dolori (1937), la partecipazione di Ortese ai Littoriali, il suo carteggio con Helle Busacca e il memoir di Marcello Venturi, Sdraiati sulla linea.
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