Il saggio analizza una serie di prese di posizione antropologiche – quelle di Lévi-Strauss, Geertz, Clifford, Appadurai, Latour, Viveiros de Castro, Descola in particolare – che hanno al centro il rapporto natura/cultura. Esso mostra la ricchezza di visioni e strategie insite in queste posizioni, quanto le loro complesse e spesso inavvertite correlazioni. Il saggio mostra come i raddoppiamenti della natura e della cultura, così come i tentativi di trovare scappatoie all’opposizione, assumano significato in relazione alla semiotica e possano ispirare nuovi modelli per pensare la cultura. In particolare il lavoro antropologico ci darà modo di individuare nel semiotico quella dimensione relazionale che sta al fondo tanto della natura quanto della cultura, che attraversa l’umano e il non umano, che ci sfida come semiotici a ripensare il valore e la forma del nostro stesso relazionalismo.
The essay analyzes a series of anthropological positions – in particular the ones of Lévi-Strauss, Geertz, Clifford, Appadurai, Latour, Viveiros de Castro, Descola – that cope with the relationship between nature and culture. It highlights the wealth of visions and strategies of these positions as well as their complex and often unnoticed correlations. The essay will show how the doublings of nature and culture, as well as the attempts to find loopholes to the opposition, take on significance in relation to semiotics and can inspire new models to think culture. In particular, anthropological work will give us the opportunity to identify in the semiotic that relational dimension that lies at the bottom of both nature and culture, which crosses the human and the non-human and challenges us as semioticians to rethink the value and form of our own relationalism.
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