Che il lavoro poetico d’esordio in Leonardo Sciascia si concreti con La Sicilia, il suo cuoree con le Favole della dittatura non è certo un fatto occasionale. Al contrario, trova nella parola quella capacità di intercettare la realtà del profondo per catalizzarne, in questa fase iniziatica della sua vita creativa, l’«avvento»: da Pirandello a Rosso di San Secondo, da Di Giovanni a Lanza. Ritenere che poi egli abbia allontanato la sostanza dell’azione poetica è un sottovalutarne la sensibilità. Egli, frequentatore della poesia: da Veneziano a Withmann a Ungaretti, da Piccolo a Belli a Trilussa, fu amico di poeti, da Roversi a Pasolini, da Tobino a Vilardo a Frezza, da Gori a Campanile ad Addamo
Undoubtedly, it is not an occasional fact that Leonardo Sciascia’s debut showed his poetic face with La Sicilia, il suo cuore [Sicily, its heart] and with Favole della dittatura [Fairy Tales of Dictatorship]. He certainly got in the using of the poetic word the ability to be able to intercept the truth of the soul and catalyze its advent, in this initial phase of his creative life: from Pirandello to Rosso di San Secondo, from Di Giovanni to Lanza. Moreover if one believes that he removed the substance of the poetic action, makes an underestimation of his sensitivity. He constantly practiced poetry: from Veneziano to Withmann to Ungaretti, from Piccolo to Belli to Trilussa, some poets were his friends, like Roversi, Pasolini, Tobino, Vilardo, Frezza, Gori, Campanile, Addamo.
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