La Corte europea dei diritti dell’uomo, con la sentenza in esame, afferma che l’autorità giudiziaria nazionale non è riuscita a valutare in modo esaustivo il contesto più ampio delle dichiarazioni della ricorrente e a bilanciare accuratamente il suo diritto alla libertà di espressione con il diritto degli altri alla propria libertà religiosa. La Corte Edu ha ritenuto che le espressioni utilizzate non costituiscono un attacco improprio o abusivo a un oggetto di venerazione religiosa, tale da incitare all’intolleranza religiosa o da violare lo spirito di tolleranza. L’autore sottolinea le conseguenze di questa sentenza per la giurisprudenza italiana.
The European Court of Human Rights, with the ruling of 15 September 2022, held that the domestic courts failed to comprehensively assess the wider context of the applicant’s statements and carefully balance her right to freedom of expression with the rights of others to have their religious feelings protected and religious peace preserved in the society. The Court considers that the expressions under examination did not amount to an improper or abusive attack on an object of religious veneration, likely to incite religious intolerance or violating the spirit of tolerance. The author emphasizes the consequences of this ruling for the italian case-law.
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