Dallo scoppio della guerra il mondo si è improvvisamente accorto che esiste l’Ucraina, e gli ucraini. Si è innescata dunque l’ossessiva ricerca di “voci ucraine” da inserire in eventi, panel e convegni riguardanti l’Ucraina, la Russia e la guerra. Certamente è importante che studiosi, artisti e intellettuali ucraini prendano parola, ma bisogna fare attenzione che questo non diventi un ulteriore esempio di tokenism, il fenomeno tipico della politica identitaria contemporanea, che si accontenta dell’inclusione simbolica di “voci ucraine” a prescindere dai contenuti che queste voci esprimono.
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