Il diritto all’informazione, nelle sue diverse accezioni, non è un diritto qualsiasi: esso incarna una precondizione della difesa processuale, un presupposto logico-giuridico dell’esercizio di tutti gli altri diritti.
Per questo motivo, su di esso convergono plurime garanzie sovraordinate, presidiate dalla Costituzione, dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, dal Patto internazionale sui diritti civili e politici, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, nonché dalla direttiva 2012/13/UE, che al tema è interamente dedicata. Eppure, nonostante l’incessante lavorio del legislatore e degli interpreti in subiecta materia, nessuno dei canoni imposti da tali fonti risulta pienamente rispettato dal codice di rito vigente. Il presente studio intende soffermarsi sulle ragioni che giustificano questa conclusione, onde proporre correttivi capaci di assicurare, finalmente, al nostro sistema processuale un assetto ortodosso in chiave costituzionale, convenzionale ed eurounitaria
The right to information in criminal proceedings embodies a precondition of the rights of the defence.
For this reason, the Italian Constitution, the European Convention on Human Rights, the Charter of Fundamental Rights of the European Union, as well as the Directive 2012/13/EU converge on it. Nevertheless, none of the canons they impose is fully respected by the Italian Code of Criminal Procedure.
The essay deals with this topic, in order to suggest corrective measures, capable of amending the Italian legal framework in a constitutional and conventional perspective.
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