La cultura postmodernista ha aperto di certo nuove questioni politiche e svelato una molteplicità di conflitti prima dissimulati; ma, espressione sintomatica delle logiche postfordiste, non riesce a concepire l’abbattimento del capitalismo perché ne condivide alcune direttive ideologiche. Rifiutando di riconoscersi in quanto espressione a sua volta di una fase storica, così come tali sono gli oggetti della sua analisi critica, si autoessenzializza, paradossalmente, in una norma statica e rigidamente binaria che divide in modo schematico il bene dal male e rischia di condividere lo stesso desiderio di essenzializzazione della realtà e del presente secondo i propri desideri, tipico di ogni ideologia borghese.
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