L’obiettivo della presente nota è quello di dimostrare, contro l’opinione comune, che lo scetticismo radicale non deve temere la critica che gli addebita l’impossibilità concettuale di ravvisare un eventuale errore di applicazione del diritto in una sentenza definitiva. L’argomentazione consta di tre parti. La prima parte introduce la variante radicale dello scetticismo delle regole. La seconda parte presenta una disambiguazione del sintagma “applicazione creativa del diritto” in quattro diverse accezioni. La terza parte, infine, teorizza due limiti dell’applicazione creativa del diritto in un modo che risulta perfettamente compatibile con lo scetticismo radicale (benché sia indipendente da esso).
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