Taking up medieval monastic spirituality, together with the patris-tic tradition, Domenico Cavalca (1380s-1341), of the Order of Preachers of Pisa, became a positive catalyst for images with a strong visual and affective impact, promoting for an audience of devout lay people a gradual path of education to affectivity. Trained especially at the school of St. Bernard of Clairvaux, Cavalca promotes Christianity not as a "religion of the Book", but as a religion of the Word, of an Incarnate and living Word, unique and personal. The Deus-homo crucifixus is the Book written in the incarnate Word, and asks the meditator to contemplate, as if to 'see' and 'feel' together, this passage.Adoration of the cross then becomes the model of an affective meditation that gives rise to images capable of transposing Paul's testimony to the Galatians into the spirit as well as into the body, Christo confixus sum cruci. Exploiting a psychological key common to preachers (the man composed of cogitatus, affectus and memory), Ours re-proposes what was the positive (or impulse) of monastic spirituality, that is, the return to God through the Man of the Son, and thus recover that image imprinted on the creature before sin
Riprendendo la spiritualità monastica medievale, insieme con la tradizione patristica, Domenico Cavalca (anni Ottanta del Duecento-1341), dell’Ordine dei Predicatori di Pisa, si fa catalizzatore in positivo di immagini dal forte impatto visivo e affettivo, promuovendo per un pubblico di laici devoti un graduale percorso di educazione all’affettività. Formatosi particolarmente alla scuola di s. Bernardo di Clairvaux, Cavalca promuove il Cristianesimo non già come una “religione del Libro”, ma come religione della Parola, di un Verbo Incarnato e vivo, unico e personale. Il Deus-homo crucifixus è il Libro scritto nella Parola incarnata, e chiede al meditante di contemplare, come ‘vedere’ e ‘sentire’ insieme, questo passaggio. L’adorazione della croce diviene allora il modello di una meditazione affet-tiva che suscita immagini capaci di trasporre nello spirito come nel corpo la testimonianza di Paolo ai Galati, Christo confixus sum cruci. Sfruttando una chiave psicologica comune ai predicatori (l’uomo composto di cogitatus, affectus e memoria), il Nostro ripropone ciò che era il positivo (o l’impulso) della spiritualità monastica, il ritorno cioè a Dio attraverso l’Uomo del Figlio, e così recuperare quell’immagine impressa nella creatura prima del peccato.
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