Il contributo si sofferma sul periodo di permanenza di Alberto Moravia al Parlamento Europeo di Strasburgo (1984-1989) e, in particolare, sulla bomba atomica in relazione al sentimento di Dio. Si analizzano alcuni articoli della rubrica Diario europeo, tenuta per il «Corriere della Sera» in quegli anni. Da un lato lo strumento atomico è inteso come terribile voluttà di suicidio collettivo, dall’altro come desiderio di vita (spauracchio della bomba: sopravvivenza del genere umano). Dunque, per Moravia le questioni ultime – e Dio stesso – devono diventare “politiche” per scongiurare il pericolo dell’autodistruzione.
This essay delves into Alberto Moravia’s time at the European Parliament in Strasbourg (1984-1989) and especially into the atomic bomb in relation to God. It analyses a number of articles from the column ‘Diario europeo’ published by ‘Corriere della Sera’ over the same period. On the one hand, atomic warfare features as a collective death wish, on the other, as a longing for life (the bomb as a hobgoblin and the survival of mankind). To Moravia, the fundamental questions, including God himself, must become ‘political’, so as to avoid utter self-destruction.
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