Prodotto delle botteghe orafe palermitane della metà del Seicento, è l’urna reliquiario dei Santi Alfio, Filadelfo e Cirino custodita nella Chiesa Madre di San Fratello (Me). Eseguita in pieno clima tridentino, l’opera è stata commissionata dall’establishment del borgo costituito, nello specifico, dal barone don Gaspare Lucchese e Filangeri Spatafora Larcan, dall’arcipresbitero, dal vicario nonché da altre figure emergenti del centro messinese, come governatori, giurati, capitani e notai. Il reliquiario dei santi patrizi, finora ignoto alla storiografia isolana, costituisce un manufatto di transizione tra le più sontuose urne barocche siciliane – istoriate e culminanti con una micro figura del Santo – eseguite su più livelli e con disegno di pittori e architetti, e quelle, più ridimensionate e dalla forma di urna parallelepipedo, contraddistinte da un brioso motivo decorativo tipicamente tardo barocco. Si evidenziano, quindi, le caratteristiche delle più note urne isolane eseguite dal Seicento al Settecento delle quali si delinea l’evoluzione compositivo-formale.
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