The short note presents some thoughts on a juridical text from Ekalte which has the particularity of mentioning a previous document, broken by the owner of the tablet in a fit of anger, and declared no longer valid, from what can be inferred from the succinct narration of the event. Since the main text records a deed of adoption followed by testamentary indications, it is a rare case in which a short sentence at the end of the tablet opens up to a world of complex and seemingly turbulent family matters, which we can only partially understand. It is a pleasure to draw attention to this case in a volume in honor of Maria Giovanna Biga, who wrote, among her many works, also a short note on an “angry scribe” in Ebla, and who has always had a particular interest for the historical reconstruction of family matters in the ancient Near East.
La nota breve presenta alcune riflessioni su un testo giuridico di Ekalte che ha la particolarità di menzionare un documento precedente, rotto dal possessore della tavoletta in un moto di rabbia, e dichiarato non più valido, da quanto si evince dalla succinta narrazione dell’evento. Poiché il testo principale registra un atto di adozione seguito da indicazioni testamentarie, si tratta di un raro caso in cui una breve frase alla fine della tavoletta apre su un mondo di questioni familiari complesse e apparentemente turbolente, che possiamo comprendere solo in parte. È un piacere portare l’attenzione su questo testo in un volume in onore di Maria Giovanna Biga, che ha scritto, tra i tanti lavori, anche una breve nota su uno “scriba arrabbiato” a Ebla, e che ha sempre avuto un interesse particolare per la ricostruzione storica delle questioni familiari nel Vicino Oriente antico.
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