Pilar Díez del Corral Corredoira
Il presente lavoro esamina l'arrivo a Roma dell'inviato speciale portoghese D. André de Melo e Castro nel 1707. Analizza le circostanze relative alla scelta del suo palazzo, i modi di formazione dei membri del suo contesto domestico e alcuni aspetti del cerimoniale romano, attraverso l'analisi dei libri contabili conservati negli archivi del Palacio Nacional de Ajuda (Lisbona). Fino a poco tempo fa, la storiografia citava solo due palazzi come residenze del diplomatico durante il suo lungo soggiorno a Roma (1707–28): i palazzi Cavallerini e Cesarini. Questo studio, invece, porta alla luce una residenza precedente, il palazzo Buratti, e analizza i problemi legati al trasferimento in quella residenza, le spese per la decorazione e l'arredamento, le implicazioni in termini di cerimoniale dispiegato ad hoc e la creazione di una rete di artigiani e artisti di fiducia di Melo.
This paper examines the arrival in Rome of the Portuguese special envoy D. André de Melo e Castro in 1707. It contemplates the circumstances surrounding the selection of his palace, the training of the members of his household, and certain aspects of Roman ceremonial by analysing the account books preserved in the archives of the Palacio Nacional de Ajuda (Lisbon). Until recently, historiography had only cited two palaces as residences of the diplomat during his long stay in Rome (1707–28): the Cavallerini and the Cesarini palaces. However, this study brings to light an earlier residence, the Buratti palace, and looks at the problems associated with the move to that residence, the decoration and furniture expenses, its implications in terms of the ceremonial deployed ad hoc, and the creation of a network of artisans and artists trusted by Melo.
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