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Neostandard o substandard? Criteri metodologici di orientamento

    1. [1] University of Bologna

      University of Bologna

      Bolonia, Italia

  • Localización: Cuadernos de filología italiana, ISSN 1133-9527, Nº. 31, 2024 (Ejemplar dedicado a: Monográfico: Dal margine al centro: rappresentazioni della disabilità nella letteratura e cultura dell’Italia contemporanea), págs. 229-247
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • Neostandard o substandard? Criteri metodologici di orientamento per la didattica
    • Neostandard or substandard? Methodological orientation criteria for teaching
  • Enlaces
  • Resumen
    • English

      This paper proposes a reflection on how to determine the boundaries of the standard variety of the Italian language and the implications this has on teaching, particularly as L2/LS. The existing gap between the Italian codified in grammars and the Italian used by native speakers has given rise for teachers on the one hand to the need to refer to a standard and, on the other, to the difficulty of how to establish it. The latter is due to the numerous phases of readjustment of the linguistic norm over the centuries and to the different positions adopted by scholars as to which linguistic phenomena are to be considered part of the new standard. Based on the main studies conducted on the neostandard and of two previous studies by the author of this paper, it proposes a re-examination of Sabatini's (1990a) traits of the so-called Italian of average usage according to their frequency (in agreement with Sobrero:1992) in an Italian language corpus, and of two other criteria - namely, functionality and social acceptability - that allow these traits to be distinguished as part of the neostandard or of the substandard. Cross-referencing these three parameters will first make it possible to ascertain whether the most frequent linguistic features fall into the category of standard, neostandard or substandard. Secondly, it will be possible to catalogue them in terms of 'teachable as part of the standard or neostandard' or 'mentionable as a substandard variant', thus providing an orientation tool for teachers.

    • italiano

      In questo articolo si propone una riflessione su come determinare i confini della varietà standard della lingua italiana e sulle implicazioni che ciò ha sull’insegnamento della lingua, in particolare come L2/LS. Il divario esistente tra l’italiano codificato nelle grammatiche e l’italiano utilizzato dai parlanti nativi ha fatto sorgere per chi insegna l’italiano da un lato la necessità di fare riferimento ad una norma e, dall’altro, la difficoltà di come stabilirla, date le numerose fasi di cambiamento e di riassestamento della norma linguistica attraverso i secoli e le diverse posizioni adottate dagli studiosi circa i fenomeni linguistici da considerarsi parte del nuovo standard. Questa ricerca si inserisce nell’ambito di questa riflessione. Sulla base dei principali studi condotti sul neostandard e di due precedenti studi dell’autrice del presente contributo, in questo articolo si propone un riesame dei tratti dell’italiano dell’uso medio di Sabatini (1990a) alla luce della loro frequenza (in accordo con Sobrero, 1992) in un corpus di lingua italiana, e di due criteri, ossia, la funzionalità e l’accettabilità sociale. Questi ultimi permettono di distinguere quali tratti dell’italiano dell’uso medio siano parte del neostandard e quali del substandard. Incrociando i tre parametri sopra menzionati, sarà possibile verificare innanzitutto se i tratti linguistici più frequenti ricadano nella categoria dello standard, neostandard o substandard: in secondo luogo, sarà possibile catalogarli dal punto di vista dell’insegnamento in termini di “insegnabile come parte dello standard o neostandard” o “menzionabile come variante substandard”, fornendo così uno strumento di orientamento a chi insegna l’italiano.


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